Buddismo: cose da sapere per viaggiare consapevoli.
Il Buddismo è una delle religioni più antiche e diffuse nel mondo. Quando si viaggia nei paesi asiatici spesso si visitano innumerevoli templi dedicati a questa dottrina. Noi occidentali conosciamo poco di questo mondo, scopriamo assieme le basi di questa cultura e come comportarci quando visitiamo i loro luoghi di culto.
07 aprile 2021 - Curiosità dal mondo
Il Buddismo, diversamente dagli altri culti, può essere considerato anche un pensiero filosofico e una dottrina di vita. Attira l’attenzione per la sua coesistenza pacifica con le altre religioni. Un messaggio fondamentale del Buddha è che ciascuno di noi dovrebbe essere messaggero di pace, la conservazione e la diffusione degli insegnamenti del Buddha, trasmessi di generazione in generazione, alleviano la sofferenza e promuovono la felicità.
Le origini del Buddismo
Le testimonianze della nascita del Buddismo sono scarse e poco affidabili ma la maggior parte degli studiosi concorda che sia nato in India intorno al VI secolo a.C. Il fondatore è il Buddha ma prima dell’illuminazione era Siddharta Gautama, un principe. Nei suoi primi anni visse protetto nel suo palazzo, ma da giovane si avventurò fuori dalle mura dove vide per la prima volta un malato, un vecchio e un cadavere e ne rimase molto colpito tanto da lasciare la famiglia e prendere un periodo di riflessione sulla condizione umana. Dopo anni di meditazione terminò il processo di purificazione della mente da tutti gli oscuramenti e di sviluppo di tutte le buone qualità, e divenne Buddha pienamente risvegliato. Passò il resto della sua vita a insegnare quanto aveva scoperto tramite la propria esperienza a chiunque andasse da lui per ascoltarlo. Con il passare dei secoli il buddismo si diffuse in buona parte dell’Asia (Sri Lanka, Cina, Corea, Giappone, Indonesia, Tibet, Mongolia, Vietnam, Cambogia, Thailandia etc) fino ad arrivare ai giorni nostri dove sono stati aperti centri in Europa, Americhe, Russia, Australia e Africa.
La diffusione del Buddismo
Ci sono almeno sette nazioni (Sri Lanka, Thailandia, Cambogia, Laos, Birmania, Bhutan e Mongolia), che hanno una grande maggioranza di praticanti buddisti; a seconda poi di come vengono stimati gli aderenti alla religione nella Cina occidentale e in altre zone, questo numero potrebbe aumentare notevolmente includendo anche altri Paesi, primo tra tutti il Tibet.
Il Buddismo è anche la religione di stato della Cambogia e del Bhutan, mentre nelle costituzioni di Thailandia e Sri Lanka riceve una una menzione di rilievo.
Il Buddismo non si appoggia a testi sacri come succede per le altre religioni, ma viene preferita la tramandazione orale. Questo ha contribuito a generare differenze dottrinali tra i vari tipi di buddismo e le pratiche culturali si differenziano da paese a paese e, a volte, da regione a regione.
Di particolare rilevanza è sicuramente il Buddismo zen, grazie al 28° patriarca buddista Bodhidharma, che dall’India si recò in Cina dando inizio a una serie di patriarchi cinesi. In Cina avvenne l’incontro con il Taoismo sviluppando caratteristiche diverse rispetto al Buddismo indiano. Nel VII a.C. arrivò anche in Giappone, dalla Cina. La parola zen deriva dal carattere cinese ch’an che a sua volta è la trascrizione della parola sanscrita dhyana, che vuol dire “meditazione”. I principi di questa dottrina sono l'antidogmatismo e l’anti-intellettualismo spostando l’attenzione sulla quotidianità e spontaneità. Ma non voglio addentrarmi troppo nella varianti di questa dottrina che meriterebbero un approfondimento a sé stante.
Proseguiamo con l’introduzione del Buddismo “generico”.
Dharma: la legge religiosa e morale buddista
In modo semplicistico (questo articolo non vuole certo essere un saggio completo sul Buddismo) ci sono alcuni insegnamenti centrali del Buddha, conosciuti come le Quattro Nobili Verità, fondamentali nel percorso verso l’Illuminazione, che sono:
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la verità della sofferenza: la vita comporta sofferenza (vecchiaia, malattia e morte);
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la verità dell’origine della sofferenza: l'origine della sofferenza è nell’intenso desiderio verso i piaceri sensuali o nel volere che le cose siano diverse da quello che sono;
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la verità della cessazione della sofferenza: la sofferenza termina con la cessazione del desiderio. Così si ottiene l’illuminazione, il Nirvana, ossia il totale abbandono dell’illusione che ci sia un sé o anima durevole e indipendente. Una persona illuminata è chiamata Arahant;
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la verità del sentiero verso la cessazione della sofferenza: l’illuminazione si ottiene con un addestramento graduale.
Secondo il Buddismo la sofferenza non è da intendersi solo come sofferenza fisica, ma soprattutto come sofferenza interiore, più emozionale e mentale.
Un altro concetto che sicuramente hai sentito nominare è quello di Karma. Una legge che si basa sul principio di causa-effetto, tanto conosciuto nel campo della metafisica. La parola karma ha il significato di "azione", per cui ogni azione compiuta da un individuo è di per sé una causa che produrrà i propri effetti in un futuro più o meno prossimo, nella vita presente o in quella successiva (secondo il Buddismo dopo la morte c’è la reincarnazione). Sei quindi tu l’autore del tuo destino e l’artefice della tua sofferenza.
Da qui la necessità di mantenere sempre un comportamento corretto nella vita, in modo da rinascere in una condizione migliore, sulla Via dell’illuminazione. Questo pensiero fa sì che un buddista non attribuisca mai a cause esterne la colpa delle proprie sventure e da ciò deriva un atteggiamento molto tollerante e compassionevole, oltre a un’accettazione pacifica degli eventi.
Buddismo: cose da sapere in viaggio.
Dopo questa breve introduzione al Buddismo, per viaggiare con consapevolezza, ci sono delle piccole e semplici regole da seguire in caso di visita nei templi per non arrecare offesa alle persone locali.
Una piccola premessa sul nostro corpo, secondo i buddisti, la parte più sacra è la testa e quella più impura sono i piedi. Partendo da questa assunzione:
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nei templi buddisti si entra scalzi (massimo con i calzini), immaginate, se i piedi sono la parte più impura, le scarpe lo sono ancora di più;
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non calpestare la soglia ma scavalcatela. Nella soglia delle case e dei templi dimora lo spirito di quel luogo;
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non sono ammesse gambe e spalle scoperte; quindi, se siete in un paese dal clima molto caldo, portate con voi sempre una pashmina e/o pareo per ovviare a questo problema;
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evitare atteggiamenti di intimità con il partner;
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i monaci ricoprono il ruolo più alto nella gerarchia sociale, quindi va mostrato rispetto nei loro confronti;
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quando ci si siede è importante non puntare i piedi verso il Buddha (o monaci o, in generale, verso nessuno) né tantomeno le piante dei piedi. Meglio incrociare le gambe o sedersi inginocchiati;
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non toccare mai la testa di una persona (neanche ai bambini) essendo la parte più sacra;
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i templi sono luoghi di preghiera quindi è bene rispettarli rimanendo in silenzio;
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nel caso si voglia fare un’offerta ai monaci va sempre inserita in un contenitore e consegnato con la mano destra, dove la mano sinistra rappresenta te, la mano destra rappresenta la persona o l’entità con cui stai cercando di creare un contatto spirituale ed è anche la parte onorevole del corpo. Attenzione, se sei donna è rispettoso consegnare l’offerta a un uomo che farà da tramite in quanto i monaci non possono avere contatti con le donne. Se interpellate, è segno di rispetto tenere bassa la testa;
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visitare i templi in senso orario (circumambulazione). Nel buddismo la circumambulazione avviene sempre seguendo il corso apparente del sole, ovvero dando la destra al centro del cerchio e procedendo da Est a Sud e da Ovest a Nord, cioè in senso orario. Si compie sia per accumulare meriti, attorno a uno stūpa, un luogo sacro, un tempio, sia per venerare una persona, sia come pratica meditativa. Infine può essere una forma di rispetto formale, quale il procedere in un tempio buddista entrando dalla porta sinistra, procedere all'interno in senso orario e uscire dalla porta destra.
Altre piccole informazioni per viaggiare più consapevoli è sapere che i templi buddisti sono solitamente costituiti da più edifici:
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Vihara/Vihana (dal sanscrito “dimora”): è la sala principale in cui risiedono Buddha e i suoi seguaci. Al suo interno si svolgono le cerimonie e vi pregano i buddisti. Per sottolinearne l’importanza è spesso finemente decorato e pieno di oggetti preziosi. Spesso si trova anche l’altare, omaggiato con incensi, fiori e doni e ospita la statua del Buddha;
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l’albero del Bodhi (Ficus Religiosa, simile al baniano): simboleggia l’albero sotto il quale Buddha ha raggiunto il Nirvana;
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le stupa: all’esterno del tempio funge da reliquiario contenendo resti e oggetti legati a Buddha o per ricordare eventi memorabili delle vita terrena del Buddha;
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gli alloggi dei monaci.
I templi buddisti, attraverso architettura, arte, simbolismo e rituali tradizionali, ci raccontano molto della cultura che li ha creati e delle persone che li visitano quotidianamente. La relazione dell’Uomo con il divino ha assunto connotazioni diverse nel mondo, ma è accomunata dalla stessa sete di sapere, legata alla parte più profonda e comune dell’umanità.
Se viaggiate in Asia i templi buddisti saranno sicuramente parte delle vostre giornate, scopri i nostri viaggi di gruppo per esplorare con noi queste mete o farvi ispirare dalle nostre idee di viaggio da intraprendere individualmente.
“I buddha non lavano via la negatività con l’acqua, non tolgono la sofferenza degli esseri con la mano, non trasferiscono le loro realizzazioni agli altri, gli esseri vengono liberati per mezzo dell’insegnamento della vera realtà.”
Samadhiraja Sutra
Dobbiamo seguire il sentiero e praticarlo in prima persona; nessun altro può farlo al posto nostro. Il Buddha stesso ci ha incoraggiati a comprendere i suoi insegnamenti, non a seguirli ciecamente.